La mamma che conosciamo oggi è una mamma italiana in giro per il mondo. Ecco cosa ci ha raccontato del suo percorso e qualche consiglio per le mamme che stanno pensando di fare le valigie e un biglietto, chissà, di sola andata.
Giulietta gira il mondo, ha 45 ed è di Torino. A 27 anni decide di seguire a Parigi quello che poi diventerà suo marito partito un paio di anni prima. ‘Ero incinta di 4 mesi e mi lascivo dietro con un po’ di angoscia la mia famiglia e gli amici di sempre, un lavoro nel marketing e molti sogni di carriera. Ma alla stazione d’arrivo c’era Parigi, il mio compagno e una vita tutta da costruire…. Alternavo tra gioia immensa e tanta nostalgia. Nel giro di poco però mi sono resa conto che stavo facendo la scelta giusta e che avrei imparato a gestire distanze e separazioni, prendendo il bello di questa vita che ci ha portati in giro per il mondo.’
A pochi mesi dal trasferimento nasce Federica, oggi diciassettenne, dopo qualche anno si aggiungono alla famiglia anche Chiara (15 anni) e Camilla (13 anni) . ‘Le mie ragazze sono nate a Parigi tutte e tre. L’approccio francese mi è piaciuto, molto poco medicalizzato, la gravidanza non è oggetto di attenzione ossessiva. La Francia è un paese per famiglie e bambini e si vede anche in questo. Avere 3-4 figli è la norma, le mamme sono easy, non angosciate, i bambini li portano ovunque senza ansie. Noi come genitori abbiamo preso molto di questo atteggiamento rilassato, che trovo non abbiano i genitori italiani. Abbiamo fatto mille cose e girato mezzo mondo con le nostre ragazzine, anche minuscole, senza preoccuparci troppo. Questo non vuol dire non tener conto delle loro esigenze e ritmi, ovviamente, ma solo non sacrificare del tutto il nostro essere adulti. Abbiamo fatto ricorso spesso e volentieri a baby sitter per uscire e fare cose tra di noi, fondamentale per preservare anche la coppia di adulti che siamo, il che tutto sommato non ci riesce male, sposati da 18 anni siamo insieme da 26! Per me quando erano piccini è sempre stato importante avere dei momenti di pausa dal mio essere mamma, ho sempre detto che alle otto di sera finivo il mio lavoro da mamma per riprenderlo al mattino dopo!’ racconta Giulietta.
Laureata in lettere, adegua il suo lavoro agli spostamenti della famiglia, riuscendo a cogliere tutte le possibilità che le si presentano. Insegna per molti anni in Francia, mette in piedi un progetto interessante di sviluppo delle lingue e culture straniere, da lezioni di cucina sia in Francia che in Giappone, crea in India una società che produce abbigliamento per bambini sino al suo arrivo in California. Negli Stati Uniti, oltre a collaborazioni e progetti di accoglienza sta scrivendo un libro frutto di questi anni in giro per il mondo.
La sua giornata da mamma è però come quella di tante altre, che cercano di incastrare attività delle figlie, lavoro e incombenze di tutti i giorni. Sveglia presto, alle 6:30 della mattina ‘da sempre per fare colazione tranquilla, per me il primo caffè della mattina è sacro. L’unico in piedi è mio marito quindi la casa è ancora calma‘. Poi prepara le lunch box per le figlie e alle 8 già non c’è più nessuno in casa. La mattina, palestra, piscina, lavoro, amiche e, perché no, una videochiamata con la mamma in Italia sino ad arrivare alle 3, quando rientrano le tre ragazze. Lavora o si trasforma in taxi sino a sera, a seconda delle esigenze della famiglia. ‘Abbiamo mantenuto, nonostante tutti questi anni all’estero molte abitudini italiane, la cena o i pasti in generale come un momento di scambio. Dopo cena ormai da qualche anno non racconto più storie. Siamo passati ai giochi di società, quando ovviamente non hanno compiti da fare anche dopo cena.’
In realtà Giulietta non si vede come una tipica mamma italiana, forse perché è stata mamma in Francia, in India, in Giappone, negli Stati Uniti o forse perché proviene da una famiglia non italiana al cento per cento avendo nonni francesi. ‘Penso di aver preso i lati positivi dell’essere genitori nei vari paesi e di averli mescolati per creare il nostro modo di esserlo. Ricordo lo sguardo terrorizzato di certe amiche italiane a Parigi alla vista delle mie con i capelli bagnati uscendo dalla piscina d’inverno. Non credo di essere incosciente, ma semplicemente ho trovato altre priorità!‘.
Un consiglio per le mamme che non sanno se preparare o meno la valigia? ‘Essere genitori all’estero è una bella sfida, si è soli e si impara sui propri errori. Vivere all’estero per noi è stata una scelta. Non siamo scappati da un’Italia sgangherata, ma da un paese che funzionava ancora, avevamo però forse voglia di respirare aria diversa. Vivere all’estero ci ha aperto grandi possibilità non solo lavorative di crescita, ma anche umane. Abbiamo dato, credo e spero, un bagaglio notevole alle nostre ragazze, di apertura e tolleranza, parlano perfettamente tre lingue e hanno vissuto immerse in culture profondamente diverse dalla nostra, hanno un back ground culturale di vere cittadine del mondo. Non abbiate paura. State facendovi un grosso regalo e lo state facendo ai vostri figli, partite con il sorriso e convinte della vostra scelta, lo saranno anche i vostri figli, se un genitore è felice i figli lo sono. Non preoccupatevi per lingua e integrazione, i bambini hanno risorse incredibili, non mettete loro pressioni e in poco tempo saranno a casa nel nuovo posto‘.